15.6.10

Centesimi



La voglia di vivere, questo le manca.
Sussura alla quotidianità che non c'è niente da fare, a lei piace starsene in pantofole, guardare il mondo fuori dalla finestra e sperare che non venga mai a cercarla, perché sarebbe impreparata. Fortemente impreparata.
E poi, a questo punto dovrebbe domandarsi il lettore più attento, poi cosa succede?
Non succede niente, per il semplice fatto che la quotidianità è inesorabile, lei sta lì ferma, noi viviamo le nostre vite dal di fuori, in terza persona. E forse fa bene, lei, a non far altro che fumare incessantemente e accarezzarsi le ginocchia.
Se solo sapesse che lungo la strada, quella all'incrocio, ci sono miriadi di nuclei familiari che passeggiano felici all'ombra dei lungimiranti platani, che il trambusto del traffico cittadino è una sinfonia più che accettabile durante l'afa di mezzogiorno, che i film sono fatti per essere visti e non vissuti.
Se solo sapesse tutto questo, probabilmente si sarebbe già rintanata nelle profondità della terra. Lo strepitio dei ciottoli non è soltanto un rantolo di dolore, i soliloqui di un pedofilo davanti all'ennesimo bambino inerte, ignudo, non sono frutto della sua fantasia.
Quando il primo uomo, chiamiamolo Adamo per risultare più formali è pretestuosi, si è fidato del suo unico dio ha ottenuto in cambio la mortalità, una moltitudine di sofferenza e atroci dolori. Ma ha ricevuto anche il dono della vita.
E lei è ancora lì, ferma davanti a quella sua finestra, delle grate di metallo e pochi metri di giardino la separano dal mondo esterno, ma si rifiuta di collaborare, di insistere, di violentarsi mentalmente.
E fa bene, perché sono tutte menzogne, nessuno è felice, se non provvisoriamente, viviamo tutti l'un contro l'altro armati. E si muore, si muore in solitudine, non importa l'avere qualcuno accanto nel momento del trapasso, il resto spetta a noi affrontarlo.
Un altro giorno è trascorso, i libri sulla scrivania sono aumentati a dismisura, i capelli sono canuti e mille racconti di avventurieri, uomini, donne e utopie, affollano la sua mente, ma tutto ciò non ha più importanza, sigilla gli istanti in istantanee di una Polaroid e l'unica cosa che conta è divorare quel po' di anima che l'è rimasto, un istante dopo l'altro. Fino alla fine.

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