21.6.10

Walter Benjamin la sa lunga



“C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradio, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta”

(Walter Benjamin - Tesi di filosofia della storia)

Letto? Bene, ora una persona "normale" (e che non conosce né l'opera né l'artista in questione) si immaginerebbe di trovarsi di fronte ad un'immagine apocalittica, sconvolgente (chessò, stile Ancient of days di William Blake) e invece… QUI

1 Commenti:

Davìd Ferracci ha detto...

"Dai produttori di: Chi ha incastrato i critici d'arte (nell'Arte) & Paura e Delirio ad una Mostra d'Arte...

I Critici d'Arte: l'Orrore Continua"


-mi fa male la testa-

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