9.4.10

Redneck



Lo guarda in faccia ed esclama, con una decisione che è quasi una necessità, "Sbattila!".
Bobby il russo sta fermo sul ciglio della porta, nelle orecchie il ricordo della notte prima e il bel Danubio Blu che accompagna ogni fotogramma, quasi a sottolinearlo. Enfatizzarlo.
In un altro momento non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, ma il turco lo incalza "Sbattila! Sei Bobby il russo, cristo! Non puoi stare lì con le mani in mano". E lui, invece, pensa a quella madre di famiglia che sembrava uscita dagli anni cinquanta. Completo azzurro, cinta marrone in cuoio e stivaletti scamosciati. I figli compiti, mano nella mano, che camminavano cantando inni evangelici. Bobby li guarda, inarca il sopracciglio e vorrebbe tanto dirle che hanno inventato il microonde, che l'MDMA è un dato di fatto e gli aerei così come decollano precipitano. Si sfiorano il tempo di uno sputo, quello di Bobby. E caso vuole che quel rantolo di saliva vada proprio a depositarsi sullo stivale della Madre Azzurra, nella sua testa ha preso a chiamarla così. Se la immagina nuda, mentre sodomizza il maschietto con uno strap-on e la bambina riprende con una vecchia cinepresa, sorridendo e pensando ai Glorytellers e a Geoff Farina che la immortala mentre gioca su un'altalena, probabilmente usando una classica Polaroid con pellicola ad alta sensibilità. E lei volteggia, non vede la madre curva sul fratello, non vede la smorfia di disgusto sul volto del fratellino.
Poi la saliva intacca la punta dello stivale scamosciato, Bobby fa finta di nulla, spera non se ne sia accorta, lei invece lo guarda, vorrebbe vomitargli addosso il mondo, perché è perfettamente consapevole che suo marito l'ha lasciata per un'altra, un altro. Un trans. Argentino, dai fianchi larghi e le labbra carnose. Ma è consapevole che l'altissimo lo noterebbe e per tutti loro sarebbe la fine. Quindi il niente, emette un sibilo simile al ronzio di una zanzara tigre e riesce ad esclamare un banalissimo "Dio ti punirà!".
E davanti agli occhi del russo, che neanche sa perché lo chiamino così, si spalanca tutto un mondo.
Fugge in chiesa, la prima che trova, proprio dietro l'angolo, tra Square Street, dove a sedici anni il metadone era l'unico culto che praticasse, e la tredicesima, figlia delle mille scopate con sua cugina, ma non una cugina carnale bensì una di quelle acquisite volontariamente e che ci piace tanto considerare un parente, per il gusto di averne uno in più e, soprattutto, più simpatico rispetto a quelli che ci troviamo di default e che puzzano di cipolle e peperoni, la barba è canuta e sempre inamidata dagli sputi del tabacco da redneck che sono soliti masticare ad ogni ora del giorno e della notte.
Bobby entra in chiesa, corre verso l'acquasantiera e fa il segno della croce una decina di volte, poi rimane fermo a fissare il rosone. Gli pare una così bella cosa.
Il turco continua a fissarlo, ormai non gli dice più nulla. Solo non capisce perché uno dei pornodivi più attivi dell'ultimo decennio ora non riesca a tirarlo su neanche il tempo di una sega.
"Chiamate la fluffer, che col viagra sto coglione non risolve niente".
Dissolvenza al nero.

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