Di cose da dire, da fare, ne avrei parecchie.
Ogni tanto me ne ricordo. E non è (s)piacevole.
Partiamo dal principio (dell'anno fieristico):
Narnia Fumetto.
Una rocca, centosessanta persone con un pass e duecento senza. Atmosfera carina, quasi da famiglia allargata. Ma quelle scale, a farle avanti e dietro per due giorni, mi sono costate dieci anni di vita.
Memoria storica: Il mito Palumbo, Daniele Caluri, Alessio D'Uva, Toni Bruno e Davide De Cubellis. E anche gli altri, ma senza di loro Narni sarebbe andata diversamente.
Monza, SlowComics.
Prima edizione.
Mi affaccio e vedo la linea di partenza dell'autodromo.
E soltanto quello, perché la gente il sabato pensa di starsene rintanata per via della pioggia e la domenica di partecipare al MotorShow che si teneva nel padiglione vicino.
Memoria storica: Alberto Ponticelli e Max Frezzato.
CalabriAnimata.
Fastforward.
Memoria sto(r)ica: Lucio Perrimezzi e Mauro Cao. Tutto il resto è noia. E pioggia, tanta pioggia.
Romics.
Anno dieci.
Dieci milioni di cosplayer in giro per i due/tre padiglioni della fiera, centomila stand, duecentomila confezioni di ramen accartocciate nei cestini della spazzatura, un miliardo di Naruto, un Gandalf e tipo una ventina di Nerf. È tutto qui il Romics, per quel che mi riguarda.
Memoria storica: Abbiate pazienza, sto ancora disintossicandomene. Mi ha lasciato soltanto un atroce mal di gola e un accenno d'influenza.
No, non ho una casa. Si, sono a Roma. Si, tornerò ad aggiornare con una certa costanza.
No, non ho ancora smesso di lamentarmi.
Perché Maxfield Parrish? Perché è un "genio". Punto.
0 Commenti:
Posta un commento