30.3.10

[RECE] Il Santopremier



Il nome di Marco Galli, ricordo, l’ho sentito, mea culpa (e poi ci arriveremo), per la prima volta intorno a Dicembre, quando scoppiò il marasma sul blog di Roberto (funzione “Cerca nel blog” per gli interessati, che non mi pare proprio il caso di linkare quel post), non avevo idea di cosa fosse “Il Santopremier”, ricordo che la descrizione presente sul sito della 001 in effetti mi aveva lasciato un po’ basito e niente di più. 


Trascorsi un paio di giorni e placatasi la tempesta su quello spezzone mi è tornato in mente “Il Santopremier”, ho googlato un po’ e sono riuscito a trovare qualche estratto della trama e un paio di vignette sparse. Il tanto è bastato, tuttavia, per incuriosirmi e spingermi all’acquisto del volume.

Tempi recenti. Mantova, c’è lo stand della 001 Edizioni, e c’è anche Marco. Rapida presentazione e gli prometto che il volume lo comprerò il giorno seguente (domenica), senza tener conto del fatto che sabato sera sarei uscito e avrei speso l’impossibile in quel benedetto pub irlandese (sempre gloria agli irlandesi, che disseminano pub in ogni angolo del mondo, poi gestiti da autoctoni, ma questo è un altro discorso) e che quindi mi sarei trovato con giusto i soldi per tornare a Milano e da lì prendere l’aereo per Roma (anzi, a dire il vero neanche quelli). Gli prometto che lo acquisterò a Milano, durante il Cartoomics. E così ho fatto.

Bene, dopo averlo letto sul treno, di ritorno a Roma (un’altra domenica, quella appena passata) mi pare il caso di parlarne. E diciamolo subito il mantra per la felicità eterna (quello che Marco ha imposato come frase personale su Facebook) c’entra poco e niente con la storia, perché "Il Santopremier" è quanto di più crudo e vero abbia letto di recente. Fanculo a tutte le critiche (e alcune le avrei anche, ma le riservo per il privato e per altre sedi), la commistione tra testo e vignette riesce alla perfezione e il fatto che ci siano animali antropomorfi, un agente di nome Blue Valentine e una storia composta da tanti piccoli tasselli che finiscono per incastrarsi nel finale, la rendono una graphic novel (che ultimamente ho preso in odio ste distinzioni, ma qui mi pare proprio calzi a pennello) di tutto rispetto.
E come diceva Alberto (Ponticelli) io un paio di volumi da regalare ad amici e parenti li prenderò sicuramente.
Be’ in sostanza (e qui mi contraddico con quanto detto prima) “Comprate il Santopremier” può anche starci, vi renderà felici per aver speso 15€ in maniera saggia. E io aspetto altro di suo.

1 Commenti:

Andrea Mazzotta ha detto...

Ok, mi hai convinto. Lo prendo, ma soprattutto lo leggo.

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